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Le immagini di Google Earth come prova nei processi di abuso edilizio

La Corte di Cassazione nella sentenza n. 37611 dello scorso 29 dicembre 2020 conferma nuovamente (dopo il già avvenuto riconoscimento nella pronuncia della Suprema corte 48178/2017) la possibilità di utilizzare i fotogrammi del software Google Earth per la prova documentale del reato di abuso edilizio anche in sede penale.
Nel caso qui indicato, gravante sulla costruzione senza permesso di una piscina, la testimonianza dell’accusa sostiene l’esistenza del manufatto presso la proprietà degli imputati senza aver eseguito nessun accertamento, ma basando tale circostanza semplicemente da quanto risultava da Google Earth, sempre attraverso questo mezzo la Corte d’appello ha desunto la data di inizio dei lavori. La difesa ha però adito la Corte per contestare questo mezzo di prova, sostenendo l’assenza di rilevanza giuridica.
I giudici della Cassazione hanno però confermato che grava sull’imputato, che vuole avvalersi della prescrizione, l’onere di allegare le prove o elementi dai quali poter desumere la data di inizio del termine in modo differente da quella risultante dagli atti. Hanno inoltre sottolineato che la difesa si è limitata a contestare l’avvenuto accertamento tramite le immagini di Google Earth, senza apportare alcuna prova che mettesse in discussione la data dell’accertamento.
In conclusione, in mancanza di ulteriori dati probatori dovuti a cura dell’imputato, restano come prova anche le immagini fornite da Google Earth.

Dott. Giacomo Longato

giacomo.longato@safegreen.it

Sede: Trento