| |

ETS: il Parlamento Europeo adotta la relazione annuale sul mercato del carbonio

Il 16 gennaio 2020 il Parlamento dell’Unione Europea ha adottato la Relazione annuale sul funzionamento del mercato europeo del carbonio per l’anno 2018.
La Relazione è di particolare importanza perché fornisce indicazioni circa i progressi dell’Unione Europea nel raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Il Sistema europeo di scambio di quote di emissione di gas a effetto serra (European Union Emissions Trading Scheme – EU ETS, Direttiva 2003/87/CE), che dà vita al mercato europeo del carbonio, è il principale strumento adottato dall’UE per abbattere le emissioni climalteranti nel settore industriale, in particolare quello della produzione di energia elettrica e dell’aviazione (ossia il 39% delle emissioni di gas ad effetto serra dell’UE).
Tale meccanismo, che prevede la fissazione di un tetto massimo alle emissioni consentite sul territorio europeo nei settori interessati e che richiede agli operatori industriali sottoposti al sistema EU ETS di compensare annualmente le proprie emissioni con un corrispondente quantitativo di quote allocate principalmente attraverso aste pubbliche e per gli operatori a rischio delocalizzazione anche gratuitamente, assicura una riduzione costante delle emissioni globali attraverso la diminuzione annuale del tetto massimo di emissioni e quote disponibili.
Per quanto riguarda le emissioni, nel 2018 si è rilevata una diminuzione delle emissioni provenienti da impianti sottoposti al EU ETS del 4,1 % rispetto al 2017, diminuzione principalmente attribuibile alla produzione di energia elettrica e calore. Diversamente, nel settore del trasporto aereo le emissioni hanno continuato ad aumentare, registrando un incremento del 3,9 % rispetto all’anno precedente.
Positiva è stata la risposta degli operatori del mercato: la maggiore fiducia si è tradotta in un aumento dei prezzi delle quote di emissioni che ha comportato un raddoppio dei proventi totali delle aste generati dagli Stati membri (14 miliardi di euro). Per lo stesso anno gli Stati membri hanno speso o previsto di spendere quasi il 70 % di tali proventi per fini specifici legati al clima e all’energia.
Permane, tuttavia, anche nel 2018 lo squilibrio strutturale tra domanda ed offerta di quote che ha caratterizzato il mercato sin dal 2013 e che se pur in netta diminuzione si è attestato a 1,65 miliardi di quote. Per far fronte a tale problema è diventata operativa dal 2019 la riserva stabilizzatrice del mercato (MSR) che rende più flessibile l’offerta di quote messe sul mercato.
Elevato è risultato anche per il 2018 il tasso di conformità. Sono stati, infatti meno dello 0,5% gli impianti che non hanno restituito quote a copertura di tutte le emissioni entro i termini. È stato segnalato che a 34 impianti e 24 operatori del trasporto aereo è stata comminata una ammenda per eccesso di emissioni. Complessivamente più di 20 Stati hanno dichiarato di aver irrogato sanzioni.
Infine, il Rapporto riconosce che l’Unione Europea pur essendo sulla buona strada per raggiungere e superare l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra del 20% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020, il raggiungimento di riduzioni del 40% e del 50% richiede ulteriori e continui progressi.

A cura della Dott.ssa Irene Da Rin Betta