AssoAmbiente: rifiuti speciali tra deficit impiantistico e norme certe ed applicabili

di Corrado Carrubba

Presentato a Roma in questo ultimo scorcio di maggio il nuovo Report di AssoAmbiente, l’Associazione che rappresenta a livello nazionale e comunitario le imprese soprattutto private che gestiscono servizi ambientali e le imprese dell’Economia Circolare, su Ambiente, energia e lavoro, la centralità dei rifiuti da attività economiche; su dati del 2019 di ISPRA e di Unioncamere.

Il documento pone l’accento, nel mondo dei rifiuti speciali soprattutto industriali seppure al netto del mondo costruzioni e demolizioni C&D, sul deficit impiantistico destinato ad aggravarsi nei prossimi anni e di come la soluzione di questo importante tema per l’economia circolare del Paese sconti, più che la carenza di risorse private e pubbliche di investimento, la farraginosità, lentezza e difformità sul piano nazionale e regionale del sistema regolatorio ed autorizzativo; per quanto a SAFE particolarmente interessa ciò ci consente quindi di sottolineare nuovamente un punto già trattato in precedenti occasioni: la rilevanza delle procedute autorizzatorie, le sue problematiche, tempistiche, interpretazioni e prassi spesso non uniformi nelle varie regioni. Un vero onere economico e finanziario occulto che grava sugli operatori ed investitori.

È bene ricordare come nel settore  l’Italia sia comunque sul podio in Europa, caratterizzata come è da un elevato tasso di recupero diretto di materia per il 56-59%, quindi di circolarità ed efficienza nell’uso delle risorse da capitale naturale, e da una presenza, assunta migliorabile, di recupero di energia seppure per un ben minore 6%; un parco impiantistico di oltre 11.000 impianti, presenti sul territorio nazionale in modo eterogeneo da nord a sud, che però non soddisfa il fabbisogno nazionale con importanti flussi di export verso l’estero ed un ricorso ancora troppo significativo alla discarica o al semplice incenerimento senza recupero energetico.

Superare questo gap è un problema, ma anche una sfida ed una opportunità di crescita per il sistema Italia tra PNRR e rischi di recessione globale, senza dimenticare come è stato sottolineato che il settore tratta anche una frazione importante di rifiuti speciali derivanti dal trattamento dei rifiuti urbani, per cui le difficoltà del primo si percuotono sul secondo, in particolare nella possibilità di gestire direttamente anche i maggiori flussi derivanti dagli scarti della raccolta differenziata ed il recupero da RSU, quale ad esempio carte e cartoni, per la loro piena valorizzazione nella necessaria sostenibilità economica.

In sintesi, il fabbisogno esiste ed è destinato a crescere, le risorse e gli operatori anche, un quadro normativo c’è, quel che manca è un maggiore impegno delle pubbliche autorità, con il supporto di privati dotati di competenze e professionalità, per fluidificare i percorsi amministrativi garantendo così certezze anche nei tempi necessari alla programmazione e realizzazione degli investimenti.